Eleanor Oliphant sta benissimo

Ma non è vero. Eleanor non sta affatto bene: racconta a se stessa di essere soddisfatta della sua vita, ripetitiva e deserta di relazioni umane. Il lunedì comincia la settimana lavorativa come impiegata in un’agenzia pubblicitaria: giornate sempre uguali, senza rapporti con i colleghi che la trovano “diversa”, fino al venerdì, quando comincia ilweekend, l‘uno fedele riproduzione dell‘altro, come unica compagnia una bottiglia di vodka. La monotonia è spezzata, ogni mercoledì sera dalle inquietanti telefonate della mamma, che suggeriscono un passato drammatico, a cui forse risalgono la cicatrici che le deturpano parte del viso. C’è il fuoco nella memoria che Eleanor mantiene bloccata. La solitudine è la dolorosa scelta che la donna ha fatto per “ripararsi” dai danni che i rapporti umani potrebbero provocarle. Forse la soluzione della sua vita è l’amore. Sarebbe felice la terrificante mammina se sapesse che Eleanor ha trovato un “uomo perbene”. Così Eleanor sviluppa un amore unilaterale e illusorio per un musicista, senza saper valorizzare, perché a lei ignote, le premure di Raymond, collega d’ufficio che la coinvolge in nuove inaspettate situazioni “sociali”, che, gradualmente, produrranno inaspettati cambiamenti nella sua vita. La storia, singolare, interessantissima, è raccontata in prima persona dalla protagonista: la sua visione delle relazioni affettive e sociali è drammatica, ma narrata con ironia e verità. Il lettore non può sottrarsi al richiamo affettivo ed emozionale che proviene da una donna “non amata, non voluta, irreparabilmente danneggiata” che si vorrebbe sostenere e accudire. Questo è il vero grande successo di Eleanor: legare a sé l’universo dei lettori. Realistica, viva, mai banale, la prosa della Honeyman ha un andamento che procede in perfetta sintonia con la vita di Eleanor, ne riproduce la ripetitività, ne accompagna la psicologia, ne sottolinea la diversità. Imperdibile

Autore: Gail Honeyman
Casa editrice: Garzanti

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