Qualcuno ha accostato questo romanzo del Nobel Isaac Bashevis Singer alle opere di Dickens e Dostoevskij. Concordo pienamente. Il libro, infatti, ha sul lettore contemporaneo lo stesso appeal che ha oggi la lettura di Davide Copperfield. Però Keyla la Rossa è stato scritto e pubblicato sul quotidiano yiddish di New York negli anni settanta, quando la sensibilità dei lettori era già stata orientata dai grandi eventi del novecento su temi e stili narrativi completamente rinnovati. Invece questo romanzo sembra scritto secoli fa: siamo agli inizi del secolo scorso, a Varsavia; un microcosmo di personaggi borderline (prostitute, protettori, truffatori) si muove nell’ambito del quartiere ebraico, della cui vita e delle cui usanze il romanzo offre indubbiamente un interessante spaccato. L’andamento narrativo segue, però, schemi antiquati e i personaggi non hanno presa su chi legge. Mi viene da pensare a Madame Bovary, che presto troverete nella sezione “riletto” di questo spazio. Perché ancora mi piace? Perché è una donna del passato che anticipa una sensibilità contemporanea. I personaggi di Singer sono stati ideati nel presente, ma le loro storie e il loro mondo interiore guardano a un passato che può interessarci solo per passione filologica o antiquaria. Sconsigliato.
Autore: I.B. Singer
Casa editrice: Adelphi