La vita bugiarda degli adulti

La scrittura di Elena Ferrante cattura e non delude: corposa, materica, aderente parola per parola alla realtà; fluida senza sperperi o cadute. Nell’ultimo libro della narratrice è al sevizio di una storia nel complesso debole. I personaggi non convincono: i genitori di Giovanna, l’adolescente protagonista della vicenda, sono lo stereotipo della classe di
intellettuali di sinistra che ha popolato i salotti colti negli anni ottanta e novanta. La povera Giovanna è il prototipo dell’adolescente spaesata e insicura. Quando apprende dell’esistenza di zia Vittoria, sorella del padre, vuole a tutti i costi conoscerla, nonostante le resistenze dei genitori che con questa hanno avuto dissapori. Ma Giovanna non esita a scendere dalla Napoli alta in cui vive, ai quartieri di giù, dove vive Vittoria. Nuovi stereotipi attendono il lettore che segue i passi della ragazza. Vittoria è la vaiassa come nell’immaginario collettivo: ignorante, rozza, sanguigna, sguaiata. Personaggio caricato al limite della caricatura, e anche gli uomini che popolano il suo mondo sono scontati, sboccati e brutali. Giovanna è attratta da questa realtà così diversa dalla sua e dai discorsi violenti di Vittoria che le svela le bugie che i suoi genitori si raccontano e le raccontano. La ragazza oscilla tra i due mondi, quello colto e raffinato, e quello ignorante e rozzo, tra i quali è impossibile scegliere, nonostante le sue continue elucubrazioni che strasbordano dalla pagina. Un misterioso braccialetto che passa di mano in mano dai quartieri alti a quelli bassi, simbolo di passioni nobili e meno nobili è “geniale” filo conduttore di una storia tanto attesa quanto deludente.

Autore: Elena Ferrante
Casa editrice: e/o

Un pensiero su “La vita bugiarda degli adulti

  1. Complimenti, sempre precisa e chiara. Le tue recensioni sono una garanzia prima dell’acquisto di un libro. Traspare la grande lettrice che sei e la tua capacità di recensire.

    "Mi piace"

Lascia un commento