La ferrovia sotterranea

Il romanzo di avventura mi appassiona, ma dipende dall‘intenzione comunicativa di chi scrive: se vuole dimostrare, o peggio, insegnare, se usa la sua storia per indottrinare, allora no. Anche “I Promessi Sposi” aveva i numeri per essere un romanzo di avventura, ma questa non era l’intenzione del Manzoni. Il tema drammatico dello schiavismo non èsufficiente per rendere questo libro tanto speciale da ricevere premi importanti, come il Pulitzer e il National Book Award. L’idea più interessante è l’invenzione di una ferrovia sotterranea, via di fuga per gli schiavi. Così Whitehead dà corpo alla metafora con cui nella storia degli Stati Uniti si indica la rete clandestina di abolizionisti che sostenevano e fiancheggiavano gli schiavi fuggitivi. Durante le tappe della sua fuga in treno, la schiava Cora, è testimone (e ci vuole rendere testimoni) di episodi di inaudita brutalità nei confronti degli schiavi. La scarsa attualità del tema non lo rende meno di impatto per chi legge, ma la volontà di indottrinamento (peraltro inutile, non essendovi nel comune sentire contemporaneo alcun dubbio o cedimento nella difesa del valore della persona e della sua libertà), spira come un venticello tra le pagine di Whitehead. In presentazione il libro è paragonato a un film pulp di Tarantino, probabilmente Django unchained, ma il film si vede in due ore e si avvale di mezzi negati alla letteratura. Trecentosettantaquattro pagine in fuga, credetemi, amici lettori, nonostante qualche colpo di scena, sono veramente tante.

Autore: Colson Whitehead
Casa editrice: BIGSUR

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...