Le asimmetrie sono le differenze che la realtà racchiude: giovane e vecchio; bello e brutto; oriente e occidente o, per dirlo alla Kundera, pesante e leggero. Per dimostrare questa ovvietà, la Halliday costruisce un libro dalla struttura originale, articolato in tre parti: nella prima, la tenera storia d’amore tra Ezra, un anziano scrittore e Alice, una giovanissima editor; la seconda vede invece un economista iracheno intrappolato per due giorni nell’areoporto di Heathrow, per risolvere pretestuose grane burocratiche che gli impediscono l’ingresso in Gran Bretagna; nella terza la trascrizione di una lunga noiosa intervista concessa da Ezra alla BBC. La storia d’amore è autobiografica, riproducendo la relazione intercorsa tra l’autrice e Philip Roth. E questo è quanto. La prima parte si snoda prevalentemente attraverso una serie di dialoghi tra i due protagonisti, vivaci e stringati; nella seconda, le noie burocratiche di Amar si alternano a pagine dedicate ai suoi ricordi tra Oriente e Occidente; della terza ho già detto. E questo è quanto. Poco altro da aggiungere su una lettura che non coinvolge, non emoziona e, con buona pace di quanti hanno definito Asimmetria il caso editoriale dell‘anno, direi, sommessamente, annoia.
Autore: Lisa Halliday
Casa edititrice: Feltrinelli