Amici lettori, anche per il 2019, proverò a recensire i dodici titoli semifinalisti del Premio Strega. Assegnerò a ciascuno un voto da zero a dieci. A fine corsa vi proporrò il titolo che, a mio parere, meriterebbe l’ambito premio.
In una lunga intervista Pier paolo Giannubilo ricostruisce la vita di Gian Ruggero Manzoni, poeta e pittore, personaggio di spicco del panorama culturale italiano
contemporaneo, nonché pronipote di quell’Alessandro di cui non v’è chi non abbia sentito parlare. Manzoni mette a nudo la sua vita, estrema, come recita il sottotitolo del romanzo, non omettendo particolari che la prudenza consiglierebbe di tacere. Lo stesso Giannubilo si chiede i motivi che spingono Ruggero a rivelarsi in toto. Ne viene fuori la vita, anzi, la doppia vita di un artista legato al panorama culturale internazionale, e di un killer affiliato ai servizi segreti. Dove finisce la verità e dove comincia l’invenzione? Il libro non fornisce risposte, ma ha il merito di ricostruire l’atmosfera artistica degli ultimi decenni e svelarci i segreti sottesi ai conflitti maturati nello scacchiere internazionale, dal Libano, alla Bosnia all’Afghanistan. Che ci sia di vero nel ruolo giocato dal Manzoni in questo contesto non è dato sapere. La narrazione procede alternando parti dedicate alla vita privata e artistica di Ruggero, a quelle relative al suo ruolo nei Servizi. Il personaggio che ne vien fuori è interessante: estremo in ogni comportamento, segnato dall’obesità e dal morbo di Chron, conduce una vita fuori dagli schemi: artista, ma anche agente segreto senza il physique du rol a cui le spy story ci hanno abituati. L’andamento narrativo risente di un appesantimento attribuibile a uno schema che si ripete sempre uguale, segnato da ripetizioni di situazioni e dinamiche che la lingua, spedita e contemporanea, non basta ad alleggerire.
Voto: Sette
Autore: Pier Paolo Giannubilo
Casa editrice: Rizzoli
L’ha ribloggato su Alessandria today @ Pier Carlo Lava.
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