Amici lettori, anche per il 2019, proverò a recensire i dodici titoli semifinalisti del Premio Strega. Assegnerò a ciascuno un voto da zero a dieci. A fine corsa vi proporrò il titolo che, a mio parere, meriterebbe l’ambito premio.
Londra. La città mito di tanti giovani europei che vi approdano spinti da progetti, motivazioni e sogni. La voglia di cambiamento, di apertura dei personali orizzonti,
portano a Londra anche Alina, giovane laureata romana che, nel primo capitolo, si rivolge con molta ironia al lettore, quasi a giustificare, in primo luogo a se stessa, la scelta di trasferirsi a Londra, di cui non sembra pienamente convinta. “e come fa a non piacermi Londra?”. Alina, raccontando in prima persona, ci rende partecipi dei suoi progressi lavorativi e relazionali. Ma la svolta avviene quando conosce Iain, giovane medico inglese. Il romanzo mette in scena un argomento molto contemporaneo: l’esodo a Londra di giovani da ogni parte di Europa, e ci conduce con gradualità e coerenza fino all’esito della Brexit. Il fuoco è sulla comunità transnazionale che si crea nella metropoli: riti, luoghi, comportamenti, relazioni, sembrano rispondere a uno schema condiviso. E l’amore non basta se rischia di sradicarti dalle consuetudini, dalla carriera e da tutto quello che rende Londra un luogo irrinunciabile “Perché a Parigi c’è solo Parigi, mentre a Londra c’è tutto”. I temi che la Marconi sottopone al nostro interesse sono di indiscutibile pregio. All’andamento narrativo nuoce, invece, un andirivieni nel tempo, funzionale alla ricostruzione della storia di Iain, che non giova alla fluidità della narrazione, rendendola a tratti singhiozzante. Peccato, perché la scrittrice mostra un ottimo controllo della lingua e della proporzione tra parti descrittive, narrative, riflessive e dialogiche
Voto: Sette
Autore: Cristina Marconi
Casa editrice: Ponte Alle Grazie