Amici lettori, anche per il 2019, proverò a recensire i dodici titoli semifinalisti del Premio Strega. Assegnerò a ciascuno un voto da zero a dieci. A fine corsa vi proporrò il titolo che, a mio parere, meriterebbe l’ambito premio.
“Una storia pura e semplice, realistica, talmente classica da sembrare innovativa”. Sono le parole di uno dei personaggi di Lux, che sembrano adattarsi alla perfezione ai temi e allo
stile del romanzo. Tom è un light designer, vive a Londra e ha una storia con Ottie, chef in carriera. La sua vita scorre in superficie, lo tocca di striscio, perché tutto il suo mondo sentimentale appartiene a un amore perduto. Finchè, un giorno, lo studio notarile di cui per anni si è servita la sua famiglia, lo informa che ha ricevuto in eredità da uno zio un hotel con terme, in un’isola del sud Italia, il cui nome rimane misterioso. Si mette in viaggio con Ottie allo scopo di vendere la proprietà. Arrivati a destinazione si ritrovano in un hotel fatiscente in compagnia di personaggi bizzarri. Da questo punto, la storia acquista il sapore di una piece teatrale: i personaggi entrano ed escono dalle loro camere, per ritrovarsi nella sala comune dove si intrecciano conversazioni e “gli attori” acquistano un ruolo. Lo scrittore innamorato della sua immagine, la giovane biologa delusa dall’amore, il custode factotum rozzo e protervio, la prostituta agè, il giovane Bembo, silenzioso ed efficiente come un folletto spuntato da una fiaba, riempiono la scena, a tratti onirica, con apprezzabile leggerezza, ciascuno portatore di un’umanità che l’autrice scandaglia con sapienza. Quando si separano riprende la vita di sempre, ma nel cuore di Tom molte cose sono cambiate e , nella sua mente, molte si sono chiarite. Il romanzo ha un’impostazione classica, senza essere convenzionale: i temi dell’amore, come valore anche quando lo si è perduto, della coscienza del sé, della nostalgia che si materializza negli oggetti della memoria sono trattati in maniera tutt’altro che scontata. L’andamento narrativo passa con fluidità dalle modalità proprie del teatro, ai temi riflessivi, dialogici e descrittivi avvalendosi di una lingua composta, lontana da ogni velleità di esibizione
Voto: Otto
Autore: Eleonora Marangoni
Casa editrice: Neri Pozza
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Conclusioni
Amici lettori, avrete sicuramente notato che Fedeltà e Quella metà di noi valgono, per me, un bel dieci. Sono libri molto belli che vale la pena di leggere. Di fronte a questa parità mi rimetto al vostro giudizio.