Un thriller scandinavo. Di ambientazione scandinava. Di genere scandinavo. Quindi, prevedibile. Rinuncio, amici lettori, a raccontarvi la trama che scorre su binari tante volte percorsi. È l’ultimo della categoria che leggo: efferati spargimenti di sangue e feroci mutilazioni non fanno più per me, che cerco nella lettura medicina per la mente e il
cuore. Eppure il libro è scritto bene: i capitoli si rincorrono con fluidità, le pagine scorrono veloci, la lingua asciutta e contestualizzata, i personaggi non privi di un loro appeal. Ma quel che terrorizza, più dello sperpero di macabri particolari, più della violazione della integrità degli innocenti, è la serpeggiante sensazione del dèjà vu: l’ho già letto? Se sì, quando? Impossibile: è appena uscito. E, allora, dico addio a tutta una produzione letteraria che si omologa sul compiacimento dell’orrido, a tutti quei libri che fanno leva sulle nostre oscure paure, sicura di saperli riconoscere sugli scaffali delle librerie.
Autore: Soren Sveistrup
Casa editrice: Rizzoli