Ninfa dormiente

Un caso freddo per il commissario Teresa Battaglia e per l’ispettore Massimo Marini: un quadro datato 1945 e raffigurante una fanciulla dagli occhi chiusi, risulta dipinto con il sangue. Ninfa dormiente è il titolo dell’opera e Alessio Andrian il nome del suo autore che, ormai novantenne, vive chiuso in un inespugnabile silenzio. Teresa è un
personaggio formidabile: una sessantenne dalle precarie condizioni di salute, grazie a un carattere indomito, fronteggia situazioni e uomini, senza arretrare di fronte al male. Suo punto debole un istinto materno irrisolto che la rende particolarmente protettiva nei confronti di Marini che, in questo romanzo, rivela tutte le sue fragilità. L’indagine conduce i due investigatori nella Val di Resia, nell’incanto dei boschi che la circondano, le cui descrizioni consentono alla Tuti di dispiegare il suo raro talento per le immagini che sempre si velano di magia. La lingua precisa, sofisticata e preziosa della Tuti salva una storia appesantita da una dovizia di informazioni sulla cultura resiana, evidente frutto di una ricerca documentaria, sicuramente apprezzabile dal punto di vista antropologico, un po’ meno da quello narrativo. Certo che questi resiani non si fanno mancare niente: stregoneria, sciamanismo, culto di Iside e non mi ricordo se anche di Osiride, venerazione dalla Virgen Nigra e tutto ciò che di occulto l’amico lettore riesce ad immaginare. Too much.

Autore: Ilaria Tuti
Casa editrice: Longanesi

Un pensiero su “Ninfa dormiente

  1. Si, concordo: too much.
    Il personaggio della Battaglia mi piace molto. Salva in qualche modo l’intera storia un po troppo esagerata.
    Un uomo che non parla mai ma capisce tutto.
    Una donna che non vede ma cammina spedita tra crepacci e burroni.
    Le donne di una famiglia che di ammazzano tra di loro…
    Come diceva qualcuno che sappiamo bene: togliere è sempre meglio di aggiungere.

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