Premio Strega 2020
Semifinalista
“Maria ho perso l’anima! Aiutami Madonnina mia!”
Con queste parole si apre lo stupefacente romanzo di Daniele Mencarelli. A pronunciarle è un paziente con cui il protagonista dividerà la stanza per il periodo in cui sarà recluso in ospedale psichiatrico per il trattamento sanitario obbligatorio, impostogli dopo una
violenta esplosione di rabbia. Con Daniele e Madonnina, Giorgio, Gianluca, Mario, Alessandro. Ognuno con un personale carico di dolore. Non è facile raccontare e tanto meno commentare questo romanzo: il timore di sciuparlo con parole inadeguate mi frena. Userò le parole dell’autore. “Salvezza. Per me. Per mia madre all’altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza”. Nella settimana di trattamento, Daniele dà senso al suo malessere e ne comprende la radice.
Il legame di solidarietà che timidamente nasce tra i sei, si concretizza la notte in cui Daniele tiene la mano a Giorgio per aiutarlo ad incontrare i suoi incubi, e quando si inginocchiano e pregano insieme per la salvezza di uno di loro. Sentimenti mai conosciuti fuori da quelle mura. Sconosciuti a infermieri e medici indifferenti. Sette giorni, sette capitoli. Sette segmenti compiuti, condotti con mano ferma che sa alternare il romanesco dei dialoghi a una prosa mai banale, precisa, senza sperperi o cadute e che tiene conto della misura della poesia.
Autore: Daniele Mencarelli
Casa editrice: Mondadori
Voto: dieci e lode