Il commissario Michele Balistreri è il mio poliziotto preferito: sempre in bilico tra bene e male, tra certezze e incertezze, tra passato e presente. Anche Ballando nel buio si svolge su due piani temporali: il 1974, anni di piombo, e il 1986 che, nell’intreccio, rappresenta il presente. Balistreri è chiamato ad indagare su una serie di omicidi le cui vittime lo catapultano indietro nel tempo, agli anni della sua militanza in Ordine Nuovo. Devo ammettere che il giovane Balistreri supera in fascino quello più maturo, cinico, disincantato, dedito ad amori tanto più desiderati quanto più provvisori. Michele ventenne, per gli amici Africa, è un puro, alla ricerca dell’amore vero e della strada per cambiare il mondo. Non senza dubbi e ripensamenti. E in questo c’è tutta l’essenza del personaggio. Anche i suoi tempi ci conquistano: il movimento studentesco, i dolcevita, i cappotti di pelle, i pantaloni a zampa, la moto Gilera, “in un mondo che non ci vuole più…” Una ricostruzione attenta ed efficace. La soluzione dei misteri di oggi va , naturalmente, cercata nei fatti di ieri. Costantini si serve di situazioni e personaggi ambigui per consegnarci la ricostruzione di un altro pezzo della storia d’Italia.
Questi indiscutibili pregi del romanzo bilanciano l’andamento faticoso della storia, appesantita da una dovizia di fatti, e da una sovrabbondanza di dialoghi, in cui pare che i personaggi avvertano la necessità di ripetere, a ogni battuta, il nome dell’interlocutore, come a ricordarlo allo sprovveduto lettore.
Autore: Roberto Costantini
Casa editrice: Marsilio