Conclusa la lettura del romanzo, ho l’impressione di aver vissuto un’ interessante esperienza letteraria: la Caruso architetta la sua narrazione utilizzando strumenti che vanno dal monologo interiore, allo spostamento del punto di vista, alla alternanza delle voci narranti, con estrema naturalezza, fluidità e credibilità. Ciò le consente di mettere in scena le storie di più personaggi, approfondendone la psicologia e le interazioni con mano sicura: Christian, giovane modello bello, seduttivo, manipolatore, affetto da disturbo bipolare dell’umore, è il motore della storia. Ciò non toglie ”peso” alle storie dei personaggi che in varia misura lo amano: Dafne, la fidanzata storica, con manie di perfezione e scarsa autostima. Per lei, “stare con Christian era somigliato a stare su un pendolo, che oscillava tra la sensazione di essere speciale e quella di essere invisibile”. Davide, ingegnere e brillante studioso che si accontenta di un lavoro precario, affetto da antiche insicurezze. E Dante, manager di successo, la figura più inquietante e enigmatica del romanzo. Christian cerca, e mette a nudo, nelle persone, “la ferita originale”, il punto dolente che non sanerà mai. La perdita della madre sembra essere la ferita originale di Christian: la sua presenza nella vicenda è un costante sottinteso, un dolore irrinunciabile. Dafne, Davide, Dante ( metaforica la scelta della comune iniziale), intrecciando la loro storia con quella di Christian, portatore di ogni inquietudine, entrano in contatto con le proprie “ferite originali”, dando l’avvio a dolorosi, salvifici percorsi. Un ruolo non trascurabile nella narrazione è svolto dalla città, “polo che attira a sé solitudini, imprese, rivoluzioni”. Una dimensione urbana che non è solo sfondo ma anche salvezza “gli piaceva vedere Milano dall’alto, aperta come una rete di salvataggio per ogni suo balzo”e “Milano mia portami via” urla Christian in uno dei suoi momenti di follia. Un romanzo forte, potente, contemporaneo, duro come un pugno allo stomaco, una materia ribollente e complessa che l’autrice “governa” con equilibrio e senza incertezze, facendo uso di una lingua colta, raffinata, coerente con la storia che racconta.
Autore: Eleonora C. Caruso
Casa editrice: Mondadori
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